martedì 26 gennaio 2016

I miei uomini #1: Elias

"Confesso di essermi presa una scuffia micidiale per un protagonista tanto crudele, vendicativo e spietato, che coglierne spiragli di vulnerabilità e delicatezza ne ha amplificato il carisma" - dal blog "Sognando tra le righe"


Care consorelle e confratelli,
per inaugurare questa nuova rubrica che avevo preannunciato qui, voglio partire dal personaggio che più mi ha fatta sudare a causa di un’evoluzione turbolenta. Come spiegato nel post linkato sopra, immaginando i miei personaggi, non mi rifaccio a volti noti, per cui mi riferirò agli estratti dei romanzi, aggiungendo qualche breve delucidazione.
Elias mi ha fatta sudare, sì, ma anche innamorare. Può apparire spocchioso detto da un’autrice nei confronti di una sua creatura, ma come ogni mamma vede bello il suo bambino, pure a noi sarà ogni tanto concesso qualche strappo alla regola. Fra l’altro Elias ha un bel po’ di problemi riguardo la famiglia, ma non ve li posso anticipare in questa sede, altrimenti farei spoiler sul secondo volume; sappiate comunque che questo personaggio passa da uno stato a un altro nel corso dei capitoli, rimanendo comunque non proprio un classico eroe romance.
Lo vediamo per la prima volta (la primissima a dire il vero non lo vediamo, lo sentiamo e basta, mentre in un locale ci spinge e ci versa qualcosa addosso...) in “Le spose della notte” (leggi qui la quarta di copertina), dove appare come secondario, seppur fondamentale. È uno dei tre oscuri maghi della Cabala che insidiano le tre streghe, ma non “l’addetto alla protagonista.” Eppure gioca sin dall’inizio un ruolo fondamentale, rimescolando le carte in tavola ogni volta che appare...

Dai lunghissimi capelli scuri, riconobbe subito l’avventore del locale; ma, nell’oscurità e nel silenzio della notte, i suoi occhi di ghiaccio le perforarono l’anima. Poi i ghiaccioli si posarono sulle altre due.
«Allora...» Elias si mise le mani sui fianchi e diede un calcio a un sasso che andò a schiantarsi contro il muro. «Voi avete i vostri informatori e io i miei. A quanto pare qualcuno mi sta accusando ingiustamente di qualcosa.»
«Chi?» chiese Titania.
«Sabisto.» Il sibilo la fece rabbrividire e Dunia sprofondò nel dubbio. «Il vostro caro Sabisto.»
«Aspetta, ci stai dicendo che Sabisto ci sta prendendo tutte in giro?» Titania portò i palmi in avanti. «Noi ci fidiamo di lui.»
«Vi state fidando della persona sbagliata.» Elias piantò uno sguardo da Medusa negli occhi di Titania. «E se vi foste soffermate a riflettere, invece di dimostrarvi le solite deboli femmine che non riescono ad agire senza l’aiuto degli uomini, a parte invocare dee e folletti, ve ne sareste già accorte.»
«Ma cosa ne sai dei nostri segreti più reconditi? Tu conosci solo gli aspetti superficiali del nostro credo.» Dunia si sentì pungere sul vivo. «Di cosa avremmo dovuto accorgerci, secondo te?»
«Vi sta manovrando tutte e tre come delle marionette» rincarò la dose lui, senza tuttavia portare argomenti. «Siete delle stupide.»
L’impulso di Dunia fu quello di strangolarlo ma, data la barriera, si limitò a replicare: «Dicci per quale motivo e valuteremo la situazione.»
«È la Loggia che sta architettando un piano per aumentare la sua sfera di potere, non la Cabala, come vi avrà certamente detto. Noi non perderemmo il nostro tempo in questi giochetti filosofici, anche perché che voi siate più deboli di noi» una smorfia di derisione sulle labbra carnose «non può farci altro che piacere.»

Il primo volume è un mystery, dunque non posso rivelarvi se quanto lui dice è vero o falso, in riferimento agli omicidi iniziali; di sicuro, seppur affascinante, Elias è ambiguo, volgare e offensivo...

Era strana la sensazione che le trasmetteva Elias. Spiacevole e suo malgrado piacevole al tempo stesso. Come se fra i tre sospetti fosse quello più... vero. Ramòn non l’aveva mai convinta e Fulke si comportava come un disegno animato, surreale e anche troppo magico. Elias era invece carnale oltre misura e paradossalmente umano in tutti i suoi aspetti.

Nel secondo volume, “Luna di notte” (leggi qui la quarta di copertina), Elias diventa il protagonista maschile. Alla luce di quanto scoperto nel primo volume, la partenza da antagonista è abbastanza discutibile e, dati diversi colpi di scena all’interno dell’intreccio, la sua evoluzione psicologica non sembrerà poi così scontata, per non parlare di quanto avverrà nel terzo e conclusivo episodio. Quel che è certo è che appare sin dall’inizio più vulnerabile, dato che i due ‘nemici’ si trovano in una prigione particolare, privati dei poteri magici e della possibilità di farsi del male.

«Perché Jeremiah ti ha salvato la vita?» Forse il buio la ingannò, ma le parve di vedere un muscolo guizzare, là dove c’era stato il sorriso. Forse non si aspettava che fossero entrati in contatto. «Ha un ciondolo come il tuo. Facevate parte di uno stesso gruppo?»
«Più o meno» replicò brusco, distogliendo lo sguardo.
«Hai detto che non hai nulla da nascondere.»
«Infatti.»
«Allora perché non mi vuoi rispondere?»
Lui alzò il mento di scatto e la fissò in silenzio per alcuni istanti, socchiudendo gli occhi. Poi si volse di nuovo altrove e si alzò lentamente, vagando a vuoto per la caverna e trastullando la sabbia con i piedi.
In quel momento a Dunia apparve vulnerabile. Non seppe spiegarsi perché, ma c’era qualcosa che ancora non le quadrava in quella situazione.
«Perché non mi rispondi?» insisté. «Ti vergogni?»
La risata di Elias parve liberatoria di un visibile stato di nervosismo. «Io?» sbottò lui, prendendo a camminare avanti e indietro con fare concitato. «È lui che dovrebbe vergognarsi.»
«Per averti salvato la vita?»
Elias si bloccò e piegò la testa da un lato. «Sì, perché è un debole anche lui.» Una smorfia di disgusto gli si formò sulla bocca. «Io non avrei fatto lo stesso al suo posto.»

«Non ne dubito.»

Insomma, all’apparenza Elias è malvagio, crudele, feroce, ma nasconde segreti che potrebbero farcelo rivalutare, e tutto potrebbe riassumersi nella frase dello slogan del secondo volume: “È possibile, senza magia, redimere il Male?”
La risposta è qui, e che la Dea lo benedica

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