martedì 1 marzo 2016

I miei uomini #6: Bulkruth

"I personaggi sono meravigliosi, il demone poi è davvero unico." "Ora sogno un camaleontico demone Bulkruth come mia cameriera personale!" - Due lettrici su Amazon


Care consorelle e confratelli,
quello che vi voglio presentare oggi è un po’ l’anello di congiunzione fra la trilogia delle Spose e l’autoconclusivo “Spettabile Demone.” Bulkruth è il 'terzo protagonista' di “Luna di notte: Le spose della notte 2”, perché si tratta del guardiano della prigione magica in cui si trovano rinchiusi Dunia ed Elias. Essendo d’accordo con il Presidente dell’Alto Consiglio e Grande Magus della Cabala Jeremiah, inizialmente non è ben chiaro da che parte stia. Si presenta come un ectoplasma virale che ricopre le pareti della caverna con voce altrettanto cavernosa, una sorta di alone scuro che incombe sugli inquilini della prigione; è insidioso, strafottente e minaccioso, ma pure simpatica canaglia, per cui la faccenda si fa complicata. Perlopiù, tuttavia, nel corso del romanzo, noi lo vediamo così:

Improvvisamente, sentì che il materasso si abbassava dietro di lei, come se qualcuno si fosse sdraiato sul letto, e il cuore le balzò in gola. Rimase in silenzio, col respiro trattenuto. Il fruscio dell’entità era svanito. Bulkruth non parlava. Elias non poteva entrare.
Puzza di zolfo...
Poi, si fece coraggio, e si voltò.
Con uno scatto balzò giù dal letto e rimase a fissare l’immagine che si era trovata a lato.
Una gigantesca forma umanoide dai muscoli lucidi e neri se ne stava sdraiata su un fianco, disinvolta, con la testa sormontata da corna appoggiata su una mano che terminava in lunghi artigli. Gli occhi di brace gettavano lampi sulle lenzuola e qualcosa di viscido e grinzoso si dipartiva dalle ampie spalle.
La figura si alzò a sedere e Dunia indietreggiò di qualche passo.
Quelle cose che sgusciavano dalle sue spalle erano ali. Enormi ali di pipistrello a riposo.
La faccia scura e spigolosa aprì una sorta di sorriso e lunghe zanne gialle lasciarono scivolare fuori la voce di Bulkruth: «Ti senti sola?»
«Bulkruth?» provò a indovinare, quasi certa della risposta.
«Al suo servizio.» E il demone fece un gesto con un artiglio come per invitarla a tornare al suo posto.
«Non così sola, diciamo.»

Ma perché è l’anello di congiunzione con “Sperttabile Demone”? Solo perché è un demone? Gli abitanti della villa di Sebastian Blackdeeman erano molto più belli... Sentiamo cosa ci dice:

«Suvvia, balla con me!» Bulkruth la strinse ancor più per la vita. «Pensa che quello che ti teneva prima fra le braccia era il mio vero aspetto.»
«Tu, bellissimo?» Si sentiva la bocca impastata, e avvertiva la sua stessa voce dire cose comiche e assurde al contempo. «Sei un demone...» Allungò mollemente il bicchiere verso una cameriera di passaggio, per ridarglielo indietro, ma la ragazza sparì sul posto insieme al bicchiere, e Dunia si accigliò, tornando a concentrarsi sulle braccia di Bulkruth che, in effetti, riuscivano a sorreggerla assai bene. «Che stai dicendo?»
«Ti piacevo?» Le zanne di Bulkruth si spalancarono per la gioia, e il ragazzo tornò fra le sue braccia, al posto del demone. Le ali da pipistrello adesso erano piumate e trascoloravano dal bianco al nero in maniera alternata. «Noi demoni siamo bellissimi, solo che voi siete abituati a raffigurarci tutti neri e con le corna, e ormai mi ci sono abituato anch’io.»

Bulkruth è dunque in grado di assumere tutte le sembianze che vuole, confondendo non poco i prigionieri. Può compiere magie di vario tipo, materializzazioni, e addirittura trasformarsi in una sorta di maxi-schermo per mostrare scene che stanno avvenendo a distanza o che sono avvenute nel passato, altrove. Tutto questo gli è possibile solo perché, da caduto, si è affidato a un Grande Magus, nell’attesa che le sue buone azioni gli facciano guadagnare la redenzione. Un caduto come Damien, per esempio, afferma di preferire la sua "dannata libertà", a questa schiavitù. Ma forse solo perché non ha ancora incontrato Jeremiah...
Che la Dea vi benedica 

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